A cantar d'amore
A cantar d’amore è un progetto ideato da quattro amici al bar, per dirla con Gino Paoli. Germano Orrù, Emanuele Cioglia, Dario Cosseddu e Vincenzo Soddu hanno lanciato un guanto di sfida a se stessi e a chiunque volesse cimentarsi con il tema più scontato e difficile assieme: l’amore, anzi l’amare. Una scommessa basata sulla capacità di sublimare un argomento spesso relegato nei titoli di una canzone sanremese o tra le righe di uno sciatto messaggio online. Ne sono venuti fuori 14 racconti e altrettante poesie, legati tra loro a declinare tutte le sfumature di questo sentimento eterno come il mondo.
We are family
Si narra di Adelasia nata nel 1207 nel palazzo di Ardara, dal Giudice Mariano di Torres e da Agnese dei marchesi di Massa. Nel periodo giudicale, Genovesi e Pisani difendevano l’isola dalle incursioni barbaresche e pian piano si insediarono nei posti di potere. Mariano, alleato dei Genovesi, per assicurare la successione alla figlia Adelasia, concluse un accordo con il Giudice di Gallura, che aveva minacciava i suoi territori con il sostegno della Repubblica di Pisa. Il Giudice fece sposare Adelasia, all’età di 12 anni, con Ubaldo Visconti junior, anche lui dodicenne, figlio di Lamberto, Giudice di Gallura. Il matrimonio riuscì a riappacificare gli animi e si poté godere di un periodo di pace. In seguito alla morte violenta del fratello, Barisone III, Adelasia fu riconosciuta dalla Corona de logu Judikissa di Torres nel 1236.
Speriamo che lo compri qualcuno
Non mi giro dall’altra parte è un’occasione per ridefinire concetti, espressioni, punti di vista, opinioni che riguardano il mondo, l’Europa, lo scenario nazionale e quello regionale. È un dialogo costruttivo e senza rete che spazia dai temi generali a quelli personali, nonostante la ritrosia dell’uomo e del politico. Milia offre una visione contemporanea della società fondata sull’analisi profonda della storia, della natura umana, dei meccanismi del consenso e dell’arte del governo.
Vincerò ma anche no!
Era il secolo tredicesimo. Benedetta, dei marchesi Obertenghi di Massa, era nata nel 1194 a Santa Igia. Sua madre era Adelasia, figlia del marchese Moroello Malaspina. Suo padre era Guglielmo, marchese di Massa e giudice cagliaritano. I primi “signori” continentali, che di fatto e di diritto si impossessarono di un giudicato sardo. “Re in Sardegna e cittadini a Pisa” chiamò quei Pisani il poeta Giosuè Carducci. Benedetta è stata la prima donna Judikissa del Giudicato di Cagliari, e della storia della Sardegna. Aveva la sua capitale a Santa Igia e nel castello regnava con il marito e la corte.
We are family
Libro-intervista curata da Alberto Sechi Con testi di Giulio Angioni e Massimo Dadea. La dicromia dal verde al rosso che colora l’immagine di Luigi Cogodi è fatta di tante altre sfumature che non fanno altro che rendere ancora più nitida, limpida e colorata la sua notevole figura di uomo e di politico. Quella immagine vivida, solare, trasparente, non può certo essere imbrattata da quel tanto o poco di ingratitudine, di ingenerosità, di cinica indifferenza, che hanno reso più triste e dolorosa l’ultima parte della sua vita.
Vincerò ma anche no!
We are family
Speriamo che lo compri qualcuno
Su e giù dal palco
Sono Luce
S'intelligènzia de Elias
L'amore ritorna
Tore guarda il mare della costa Jonica affascinato dall’immensità di quell’azzurro che ritrova negli occhi di suo zio Franco, con il quale vive assieme alla madre Elena, fino all’improvvisa tragedia che lo porterà in un orfanotrofio ad Alghero.
Un percorso interiore ricco, profondo, travagliato, che emerge attraverso un racconto che assume le sfaccettature del noir psicologico iniziato nella Sicilia del secolo scorso per giungere fino ai giorni nostri in Sardegna.
La torre della felicità
Sui personaggi, maledizioni ossessive, antiche superstizioni e il sangue versato incombono come una pioggia greve, mentre una potenza oscura propone l’eterno enigma del fato al quale è vano tentare di sottrarsi.
Sì viaggiare...
Un’agenzia di viaggi anomala, con a capo un Fisico amante dei viaggi, che dalla Cina a Napoli ci conduce alla scoperta di itinerari insoliti, raccontati con passione, ironia e brio.
Non una guida fredda, che in poche righe vorrebbe attirare il lettore e fargli venire la voglia di fare le valige e partire, ma una cronaca partecipata di luoghi, fatti e persone veri.